LA FATICA
Così Omero descrive SISIFO nell’Odissea, infondendo e divulgando, già da quei tempi, il concetto di moto alternato: "E poi Sisifo vidi, che spasmi orrendi pativa che con entrambe le mani spingeva un immane macigno. Esso, facendo forza con ambe le mani ed i piedi su su fino alla vetta spingeva il macigno, ma quando già superava la cima, lo cacciava indietro una forza. Di nuovo al piano così rotolava l’orrendo macigno. Ed ei di nuovo in su lo spingeva e puntava; e il sudore scorrea pei membri e via gli balzava dal capo la polvere".
Sisifo, figlio di Eolo e fondatore della città di Corinto, fu secondo alcuni il più saggio e prudente dei mortali, secondo altri particolarmente incline al mestiere di brigante. Ciò su cui tutti concordano è la sua particolare dote di astuzia e scaltrezza: era colui che otteneva sempre qualcosa in cambio, tant’è che fu - si dice - il promotore del commercio. Divenne tristemente famoso per la pena eterna che gli dei gli inflissero quando discese definitivamente nel Tartaro.
Ma mentre nella mitologia la “Fatica di Sisifo” evidenzia il concetto di un lavoro inutile, nella pratica qualunque lavoro non può essere inutile ma ottiene sempre qualcosa in cambio, come trasformazione nelle svariate forme di energia oggi conosciute.
Quindi la BIELLA agisce esattamente come SISIFO sposta dal basso verso l’alto il pistone, perché possa svolgere il lavoro di compressione delle miscele combustibili oppure espellere i gas di scarico, e riceve, per trasferirla con pari enfasi, la forza generata dal pistone durante la fase di scoppio ed espansione, sul corrispondente collo dell’albero a gomiti….
… ma questa è un’altra storia!!!